Bajo la Rosa – Scheda Film


Titolo: Bajo la Rosa

Anno: 2017

Regia: Josué Ramos

Paese: Spagna


Trama: Oliver e Julia sono una coppia benestante che vive una vita agiata con i figli Alex e Sara. Una mattina, madre e figlia escono di casa di fretta: Julia è già in ritardo per il lavoro e decide di lasciare Sara a pochi passi da scuola. Al suo rientro a casa, scopre però che Sara non è mai entrata in classe. In preda alla disperazione, tutta la famiglia chiede l’aiuto della polizia ma per giorni nessun indizio si rivela utile. Tutto cambia quando una lettera misteriosa, scritta da qualcuno che sostiene di aver trattenuto Sara, propone di lasciarla andare a patto di poter parlare con i restanti tre componenti del nucleo familiare.



Recensione: Bajo la Rosa è un modo di dire spagnolo che significa che qualsiasi segreto si racconti rimarrà per sempre al sicuro, non importa quanto terribile sia. Questo film tratta una storia straziante, troppo dolorosa per essere raccontata in maniera cronologica, Ramos decide quindi di raccontarcela in una maniera diversa, appunto attraverso dei segreti raccontati “sotto la rosa”.

Una bambina, Sara, scompare a pochi passi dalla sua scuola, a seguito di una violenta litigata con la madre. La prima ipotesi dei poliziotti è una fuga volontaria, ma i genitori ricevono una lettera il giorno dopo la scomparsa in cui il rapitore chiede di parlare con loro, nella loro stessa casa, chiedendo ovviamente di non contattare la polizia. I coniugi accettano, non sapendo a cosa stanno andando incontro.

Dalla comparsa di Ramiro Blas, il “cattivo” di questa storia, l’ansia comincia a salire, il modo pacato con cui si pone è già presagio delle cose orribili che andremo a vedere. Metto tra virgolette cattivo perché la linea tra buono e cattivo non è mai stata così sottile, vi spiego il motivo. Questo personaggio senza nome che da adesso chiamerò “il rapitore” chiede alla famiglia di rivelare le cose peggiori che abbiamo mai fatto, i loro segreti più oscuri, per poi punirli secondo la legge del taglione, occhio per occhio (e soprattutto) dente per dente. Da qui inizierà un climax ascendente, con pochi atti veramente violenti, ma conditi da così tanta violenza psicologica da far rabbrividire una come me, ormai abituata alla violenza grafica su schermo.

Il colpo di scena finale, il segreto più atroce, è facilmente indovinabile sin dai primi istanti di questo gioco malato, non perché sia anticipato in qualche modo, ma semplicemente perché è la prima cosa a cui si pensa alla domanda “qual è la cosa più orribile che potrebbe fare una persona?”. Sono sicura che la risposta vi è già saltata in mente. Tuttavia, pur avendo intuito il plot twist, non è meno godibile, anzi, si è ancora più curiosi di come possa essere punito un crimine così grande.

Per questo ho messo “cattivo” tra virgolette, perché qui il rapitore della bambina non è il cattivone che vuole il riscatto, diventa una specie di angelo della morte, un boia che fa giustizia a chi è completamente indifeso, che fa giustizia anche a se stesso. Non utilizzo la parola vendetta perché qui abbiamo un uomo distrutto che costringe la famiglia a pensare alle cose orribili che fa ogni giorno, a scavare nella propria coscienza ed essere consapevoli del dolore che causano a chi gli sta intorno, tanto che le punizione vengono autoinflitte ed autoscelte, con una piccola spintarella dal mediatore di questo gioco perverso.

Gli spagnoli sono l’eccellenza di questo genere, portano tutto ad un livello superiore, sia a livello recitativo che registico. C’è qualche buco nella trama? Ovvio. Pregiudica la visione? No, sticazzi proprio, rimane un film eccellente, sarebbe un 10 pieno nella mia personale scala di giudizio.

Pubblicato da Annie

Amante dell'arte, della letteratura e del cinema. Adoro tutti sottogeneri dell'horror, con una spiccata preferenza per i più violenti ed eccessivi, ma difficilmente ne vengo turbata. Sfrutto Jeff quotidianamente per procurarmi la mia dose di horror e lo costringo a vedere cose che darebbero fastidio a qualsiasi essere umano normale. Insofferente a qualsiasi influenza, ho una mia opinione e non ho paura di mostrarla.

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