Corpus Christi – Scheda Film


Titolo: Corpus Christi – Boże Ciało

Anno: 2019

Regia: Jan Komasa

Paese: Polonia


Trama: Daniel è un ventenne che vive una trasformazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione. Daniel vorrebbe farsi prete ma questa possibilità gli è preclusa per la sua fedina penale. Uscendo dal centro di detenzione, gli è assegnato un lavoro presso un laboratorio di falegnameria in una piccola città, ma al suo arrivo, essendosi vestito da prete, viene scambiato per il parroco. La comparsa di questo giovane e carismatico predicatore diventa l’occasione per la comunità, scossa da una tragedia avvenuta qualche tempo prima, per cominciare a rimarginare le sue ferite.



Recensione: Presentato al festival di Venezia e candidato agli Oscar nella sezione miglior film in lingua straniera, purtroppo molto probabilmente sarà vinto dall’immenso Parasite, in una diversa annata però sarebbe andato diversamente. Una perla dalla Polonia, ispirata lievemente da eventi di cronaca, firmata dal regista di Suicide Room che ci mostra quanto sia maturato in questi ultimi anni.

Il protagonista, Daniel, è il solito ragazzo sbandato, che è finito in prigione per aver un ucciso un coetaneo apparentemente, il suo passato viene comunque soltanto accennato in una scena. Mandato a lavorare in una falegnameria alla prima occasione che gli si presenta davanti si ritrova ad essere parroco della parrocchia di una piccola cittadina di campagna sperduta nel nulla. Non ha una vera e propria vocazione, o comunque ha un rapporto ricco di contraddizioni con la fede, cerca comunque di fare del suo meglio imitando il prete del centro di detenzione e aiutandosi per il resto con internet (grazie wikihow).

Il film non è mai di cattivo gusto o blasfemo, Daniel vuole davvero redimersi dai suoi peccati e dimenticare il suo passato, i problemi giungeranno quando sarà il passato a tornare da lui come un macigno. Ricostruendosi una vita aiuta anche la comunità a superare il trauma della morte di vari ragazzi in un incidente stradale avvenuto poco prima che lui arrivasse. Leggermente forzato direi, ma funziona ed è un escamotage che aiuta molto la caratterizzazione di ogni personaggio presente nella pellicola. Il protagonista propone ai fedeli omelie e preghiere lontane dalla tradizione ecclesiastica, cosa che può essere interpretata come una critica alla chiesa cristiana, ancora legata a riti e pensieri più che antiquati.

La regia è sublime e intensa, ci sono numerose scene che restano impresse per la loro emotività e semplicità. La recitazione è perfetta e il volto di Daniel, il protagonista, ricorda molto quella del ragazzo in “Nothing Bad Can Happen”, un volto d’angelo stanco, scavato e disorientato. Nel finale, senza fare spoiler, si raggiungono livelli fortissimi di disagio con un pizzico di senso di liberazione, accentuata dalla trasformazione del viso di Daniel da angelico a demoniaco, da “NBCH” a “Possession” di Zulawski in pochi minuti. L’occasione fa l’uomo ladro, a volte pure martire.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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