Dark Tales of Japan – Scheda Film

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Titolo: Dark Tales of Japan

Anno: 2004

Regia: Yoshihiro Nakamura, Norio Tsuruta, Kōji Shiraishi, Takashi Shimizu, Masayuki Ochiai

Paese: Giappone


Trama: E’ una serie di cortometraggi diretti da vari registi giapponesi diversi, ogni corto ha una sua trama a parte eccetto quello che fa da cornice e che vede una signora narrare le varie storie all’interno di un autobus.



Recensione:  Le cinque storie sono raccontate da una donna su un autobus all’autista ed ai passeggeri:
Il primo cortometraggio, diretto da Yoshihiro Nakamura, si chiama Kumo Onna (la donna ragno). Il protagonista è un reporter di una rivista (poco) scientifica giapponese, che indaga sul caso della donna ragno intervistando dei testimoni. Gli effetti sono brutti brutti, le donne ragno sembrano fatte con paint. L’unica cosa degna di essere ricordata è la storia della turbo strega raccontata all’inizio.

Sukima (Fessure) diretto Norio Tsuruta: il secondo cortometraggio comincia con il nostro protagonista che visita la casa di un suo amico scomparso. L’appartamento è sigillato con del nastro adesivo rosso e cercando nel computer dell’amico trova dei filmati in cui si vede l’uomo sigillare ogni fessura con fare molto spaventato. Il protagonista comincerà a comportarsi in modo ossessivo e a sigillare lui stesso ogni pertugio. È uno dei corti più carini del film, senza bisogno di molti effetti, ma comunque fa quello che deve fare, cioè trasmettere inquietudine allo spettatore.

Ōnamakubi (il sacrificio) diretto da Kōji Shiraishi. La protagonista, vittima di stalker da un suo collega di lavoro, visita la madre malata nel suo paese natale. Anche a distanza la ragazza sarà oppressa dall’ansia per lo stalker, oltre che per ricordi molto tristi della sua infanzia.
Mi aspettavo molto da questo corto dato che il regista è lo stesso che ha diretto Grotesque (di cui abbiamo già parlato in pagina), ma è stato deludente, sia per la trama che per i pochi effetti presenti (fatti male).

Kinpatsu Kaidan (Blonde Kwaidan) diretto da Takashi Shimizu: un finanziatore giapponese va ad Hollywood per la prima volta, ma la cosa che più lo entusiasma è il vedere delle bionde naturali (comunque vedere una bionda naturale ad Hollywood non mi sembra così semplice). Verrà ucciso in un modo veramente stupido.
Il corto più debole della saga. Anzi più che debole è proprio brutto brutto ed il protagonista è davvero una persona inutile.

Yokan (il presentimento) diretto da Masayuki Ochiai: dopo aver rubato dei dati molto importanti dalla sua azienda Shigenori Fukawa si trova bloccato con altre tre persone in un ascensore, pressato dalle chiamate di sua moglie e della sua amante, la quale lo minaccia di suicidarsi.
Questo è il migliore di tutta l’antologia, riesce a trasmettere una certa claustrofobia allo spettatore in modo eccellente.
Nel complesso non è una delle migliori antologie che abbia mai visto, ma non è affatto da buttare.

Pubblicato da Annie

Amante dell'arte, della letteratura e del cinema. Adoro tutti sottogeneri dell'horror, con una spiccata preferenza per i più violenti ed eccessivi, ma difficilmente ne vengo turbata. Sfrutto Jeff quotidianamente per procurarmi la mia dose di horror e lo costringo a vedere cose che darebbero fastidio a qualsiasi essere umano normale. Insofferente a qualsiasi influenza, ho una mia opinione e non ho paura di mostrarla.

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