Titolo: Happy Death Day
Anno: 2017
Regia: Christopher Landon
Paese: USA
Trama: Tree Gelbman è una studentessa del college bella e molto popolare e dal carattere superficiale e sbarazzino, che pensa di ottenere tutto ciò che vuole proprio con la sua bellezza. Il giorno del suo compleanno viene uccisa da qualcuno che indossa una maschera inquietante simile ad un viso di un neonato. Ma invece di morire, si risveglia inspiegabilmente nel dormitorio dove si trovava quella mattina, e tramite una serie di segnali capisce che sta rivivendo la medesima giornata e che resterà imprigionata in questo loop temporale finché non scoprirà chi sia il misterioso assassino che la eliminerà quella notte.
Recensione: Con il passare degli anni lo slasher unito alla commedia riscuote sempre più successo, come è giusto che sia, ed i produttori di film mainstream come Paranormal Activity e Insidious non potevano lasciare l’occasione sfornare la propria versione.
Tree è una giovane universitaria che a quanto pare fa tutto meno che studiare. Seguendo la falsa riga di Scream Queens (una delle mie serie preferite tra l’altro) ci buttano sul grande schermo lo stereotipo delle ragazzine che fanno parte di una confraternita, viziate, fissate con la popolarità e la bellezza. La nostra protagonista si ritrova in un loop temporale nel giorno della sua morte, che coincide con il suo compleanno, comincia a godersi la sua nuova libertà di fare quello che vuole quando vuole, dato che nessuno ricorderà nulla e il suo status quo rimarrà invariato.
Il questo film, come in quasi tutte le commedie, la chiave per la risata è il luogo comune, associato alle scene della sua morte, condite da tanto sangue. Di certo anche il concetto di loop temporale è una mucca già munta, squartata, cucinata e servita in tutte le salse, ma guardando questo film non ce ne fregherà niente dell’originalità, è un prodotto che deve intrattenere il grande pubblico, non importa come, e ci riesce perfettamente.