Happy End – Scheda Film


Titolo: Happy End

Anno: 2017

Regia: Michael Haneke

Paese: Francia


Trama: Una famiglia benestante francese vive nel nord della Francia, incurante della miseria che affligge i campi dei migranti intorno alla città portuale di Calais, a poche miglia della loro abitazione.



Recensione: Haneke torna a disintegrare la famiglia borghese, un tema che può risultare già visto, giustamente, nel suo cinema, ma che personalmente non smetto mai di apprezzare. Succede poco, il ritmo è lento, ma riesce proprio così a rappresentare nel modo più verosimile possibile questa realtà da lui tanto odiata. Non manca il suo tocco personale su tematiche attuali come i social netowrk, il razzismo… temi banali portati nel suo tocco puramente teatrale che non possono non affascinare.

Senza addentrarmi troppo nella trama, perché credetemi se vi dico che è superflua, ci troviamo in un mondo dove le relazioni interpersonali sono tutte manovrate da secondi fini. Dove lo troviamo già questo imput? Ah già, nel nostro mondo. Dunque i legami emotivi sono completamente scomparsi e in mezzo a tutta questa falsità e ipocrisia spicca un personaggio che racchiude tutto ciò, una bambina completamente apatica che si lascia trascinare impotente in questa ipocrisia. I suoi sguardi glaciali creeranno fastidio, il suo non prendere decisioni sarà frustrante, ma lei è soltanto lo spettatore, il mezzo per il quale un film riesce a dare un messaggio. Che sia uno sguardo rapido e distaccato alla madre in coma o la ripresa con un cellulare ad un vecchio su una sedia a rotelle che cerca di morire annegandosi in mare.. è chiaro che l’happy end non sia più tanto happy con una visione tanto catastrofica, e purtroppo iperreale, della realtà.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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