Titolo: La Casa Lobo
Anno: 2018
Regia: Cristóbal León
Paese: Cile
Trama: Maria è una giovane donna che fugge da una colonia tedesca per evitare di essere punita. Trova così riparo in una casa nei boschi, dove ogni cosa non ha forma o stabilità.
Recensione:
Esperienza visiva unica ed opera d’arte magistrale che andrebbe proiettata in un museo d’arte contemporanea. Cristobal León e Joaquín Cociña ci regalano una pellicola animata interamente in stop-motion che andrebbe guardata ed apprezzata anche soltanto per l’impegno e l’ingegno che hanno mostrato nel crearla. Certamente se lo paragoniamo all’ultimo di Anderson, che ha un budget smisuratamente più elevato
Ci troviamo in Cile, più precisamente in una piccola comunità tedesca, spersa nei boschi e fondata da un pastore protestante. Tutti vivono in armonia, finchè non si scopre che all’interno della comunità c’è il canonico lupo cattivo, ovvero il prete stesso della comunità che abusa dei bambini. Questo nel film non viene specificato, anzi, nulla viene spiegato, regna il caos sia nell’estetica sia nella trama, che potremmo definire quasi assente. A parole è inutile cercare di spiegarlo, va semplicemente visto e assaporato in tutta la sua follia.
I materiali utilizzati per la creazione dell’opera sono i più disparati, abbiamo nastro adesivo, cartapesta, litri e litri di vernice e riproduzioni in miniatura di oggetti di uso quotidiano che si trasformano e si distruggono in continuazione. L’unica nota di demerito potrebbe essere appunto il mal di mare che causa il continuo movimento di camera e degli oggetti di scena, senza soste per tutto l’arco del film.
Tutto ciò che viene mostrato è fatto appositamente per essere filtrato attraverso gli occhi dello spettatore, infatti dare un senso all’opera è più che mai soggettivo e cambia a seconda dei punti di vista. Concludo dicendo che è in casi come questi, dato che si tratta di un film molto difficile da reperire, che rimpiango più che mai il non poter più diffondere questo tipo di cinema così sottovalutato.