Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti – Scheda Film


Titolo: Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti

Anno: 2010

Regia: Apichatpong Weerasethakul

Paese: Thailandia


Trama: Molto sofferente per una grave insufficienza renale, lo zio Boonmee ha deciso che passerà i suoi ultimi giorni in campagna, circondato dalle persone che ama. Sorprendentemente, appare a prendersi cura di lui il fantasma della sua defunta moglie e il figlio da lungo tempo perduto si palese in una forma non umana. Contemplando le cause della sua malattia, Boonmee compie un pellegrinaggio nella giungla insieme alla sua famiglia che lo conduce a una misteriosa caverna su una collina: il luogo dove avvenne la sua prima incarnazione.



Recensione: Difficile recensire un film quando le aspettative che si hanno sono completamente opposte a quelle reali. La trama lasciava presagire qualcosa di weird, completamente fuori di testa, invece si tratta di un film d’autore di tutto rispetto, ma opposto a quello che avevo in mente. Ha delle scene che certamente possono essere definite poco convenzionali, delle quali parlerò più avanti, ma alla base c’è uno sfondo filosofico e religioso che non crea mai quella sensazione di grottesco. Non si tratta di un film brutto, assolutamente, bensì di una pellicola non per tutti e che ha infatti spezzato la critica in due.

Il fattore che determina maggiormente questo schieramento è la lentezza, definita cerimoniale, che influenza tantissimo il giudizio finale soggettivo. Oggettivamente invece non possiamo sottovalutare trama, regia e sceneggiatura che sono di un livello decisamente alto e che ha valso al film numerosi premi e candidature. L’intento del film è quello di ricreare il legame, ormai spezzato, dell’uomo con la natura. La scena iniziale vede infatti un bufalo addomesticato spezzare una corda, che lo tiene legato ad un albero, iniziando a vagare nella foresta. Quella finale il ritorno ad una purezza “primitiva” in una caverna.

Il film riguarda il buddismo più puro e semplice, seppur in modo poco convenzionale. Lo zio Boonmee è vicino alla morte e ad accompagnarlo durante il trapasso vi è la sua famiglia, compresa la moglie morta anni fa, sotto forma di spirito, e il figlio perso e mai ritrovato, sotto forma di scimmia dagli occhi rossi fosforescenti. Essi sono la prova che dopo la morte vi è vita e sono loro stessi a ricordarci che il paradiso non è così bello come viene descritto, preferendo dunque essere legati ad una persona cara piuttosto che ad un luogo.

A circa metà pellicola arriva la scena più bella: una principessa si reca nei pressi di un lago, alimentato da cascate, in cui si immerge e si accoppia con un pesce gatto. Leggenda mitologica o rievocazione di una vita passata, come da titolo, del protagonista, resta il fatto che è pura magia. Una volta tracciata questa pseudo linea tra passato, presente e futuro il film può concludersi con la morte, ormai accettata, del protagonista dopo un toccante dialogo con la moglie.

Il regista, dal nome impronunciabile, ha un modo unico di trattare questo tema, già affrontato ad esempio da Kim Ki-duk. Ripeto, non è per tutti, però uno sguardo lo darei a prescindere.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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