Lords of Chaos – Scheda Film


Titolo: Lords of Chaos

Anno: 2018

Regia: Jonas Åkerlund

Paese: Gran Bretagna, Svezia


Trama: Determinato a sfuggire alla sua tradizionale educazione, il diciassettenne Euronymous si fissa con l’idea di creare il “vero black metal norvegese” con la sua band, i Mayhem. Mentre si adopera per scovare trovate pubblicitarie sempre più scioccanti, i suoi compagni iniziano a credere nel progetto ma la già sottile linea tra spettacolo e realtà si fa sempre più labile. Un incendio doloso, la violenza e, infine, un crudele omicidio metteranno sotto shock l’intera nazione.



Recensione: Un film che ha creato non pochi pareri contrastanti e critiche all’interno del web, dunque va approfondito nel dettaglio, vi consiglio quindi di informarvi un minimo sui fatti di cronaca norvegese riguardate il Black Metal dei primi anni ’90 per poter giudicarlo e apprezzarlo a pieno. Lords of Chaos racconta il Black Metal norvegese, quello accusato di satanismo e di chiese bruciate per intenderci, dal punto di vista del protagonista Euronymous, fondatore e chitarrista dei Mayhem, fino alla sua morte nel 1993 da parte di Varg Vikernes, conosciuto ai più come Burzum.

Essendo un film biografico ci si aspetta della verità, ma il regista fin da subito ha messo le mani avanti affermando che si tratta di un film su bugie e verità, non specificandone la percentuale chiaramente e spaccando in due l’opinione pubblica. Questa è l’unica critica sensata che ho trovato in giro, per il resto si tratta di una pellicola ben diretta in cui, sebbene i temi trattati non siano da teen-movie, molte scene appaiono trattate con estrema superficialità e romanzate. Di certo l’intenzione del regista non era quella di creare un prodotto estremo e sconvolgente, possiamo dire che si tratta di un film che si trova a metà tra la serietà di Metalhead e lo stereotipo del metallaro cattivo di Deathgasm.

 

Durante i primi 30 minuti di film assistiamo alla fondazione dei Mayhem, alla crescita della loro fama nel panorama underground norvegese e infine al suicidio del cantante Dead. Quest’ultimo ha una caratterizzazione minima: entra a far parte della band dopo aver inviato un pacco con un topo crocifisso e alcune sue foto che diventeranno simbolo del Black Metal, lo si vede in stato catatonico o in azioni autolesioniste fino allo spettacolare finale della sua triste esistenza. Non c’era altro modo di ricreare il suo suicidio nella maniera più fedele possibile se non con una scena a dir poco gore: braccia e gola squarciate, cervello esploso con un colpo di fucile e foto ricordo finale di Euronymous che testimonia l’atto. Il tutto viene mostrato nei minimi dettagli e con un realismo quasi di cattivo gusto, ma mai quanto la nota di Dead in cui si scusa con gli amici per “tutto quel sangue”.

 

Successivamente la storia di focalizza con Varg ed è con l’arrivo del suo personaggio che iniziano le stranezze. Sappiamo che le gesta di Burzum non siano quelle di un canonico bravo ragazzo, ma nel film viene mostrato come il bad guy che cerca di portare tutti sulla cattiva strada, compreso Euronymous, il quale invece ha il merito di aver creato l’Inner Circle, ovvero un gruppo di fanatici blackster, stabilitosi nel seminterrato del suo negozio, che secondo lui doveva passare dalle parole ai fatti. Chiesa bruciata dopo chiesa bruciata i rapporti tra Varg ed Euronymous si inaspriscono, quest’ultimo che gli deve parecchi soldi, mettere in giro la voce che voglia ucciderlo e filmarlo per creare uno snuff movie. La situazione degenera e Varg finisce in galera con l’accusa di omicidio volontario.

Credo che sia importante guardare questo film con la consapevolezza che si tratti di una versione romanzata, simpatizzante con quella raccontata sui giornali, che non cerca di mostrare una verità assoluta, ma piuttosto si ispira ad eventi orribili cercando di intrattenere lo spettatore senza creare un racconto troppo pesante, per quello esistono già vari documentari. Dubito comunque che l’intero film si distacchi molto dalla realtà, del resto di tratta di un fatto di cronaca in cui chi doveva scontare una pena l’ha già fatto, poco importa se l’omicidio sia avvenuto per legittima difesa, eccesso di legittima difesa (molto più probabile dato le 27 coltellate inferte) o, più probabilmente, pura paranoia inculcatagli dagli altri membri della band.

Concludo soffermandomi sul parere che Varg, il diretto interessato che non ha preso parte alla creazione dell’opera, sul suo canale Youtube. Ovviamente sostiene che sia stato l’ennesimo modo di manipolare la vicenda. Durante la fase finale sostiene che sia stato Euronymous ad aggredirlo ripetutamente e che lui si sia difeso soltanto. Qualunque sia la realtà chiunque troverebbe ridicola la sequenza finale, con un assassino che interrompe l’esecuzione per gustarsi con tutta calma un bicchiere di latte al cioccolato. Altre accuse sono la scarsa somiglianza con l’attore e tanti altri dettagli che gli sono stati raccontati, non avendo lui stesso grande interesse nel visionarlo. Basterebbe mettersi in testa che è liberamente ispirato alla storia vera e che la versione del tribunale è pressoché identica a quella della sceneggiatura. Il resto è pura speculazione da parte dei fan di Burzum.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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