Titolo: Meatball Machine
Anno: 2005
Regia: Yūdai Yamaguchi, Jun’ichi Yamamoto
Paese: Giappone
Trama: Meatball Machine ruota attorno alla storia di Yôji, un timido giovane che vorrebbe rivelare il suo amore a Sachiko, ma che si ritrova sempre più spesso nella sua cameretta a fantasticare su di lei, senza avere il coraggio di tentare un approccio. Dopo essere stato pestato a sangue da un travestito incontrato in un cinema, Yôji trova una strana creatura corazzata…
Recensione:Meatball Machine è un puro pretesto per mostrare una serie di effetti speciali scadenti, non c’è altra spiegazione. La trama è ciò di cui più stupido esista al mondo, un ragazzo asociale fissa una ragazza stendere i panni ogni giorno nello stesso punto, la ragazza ricambia questo interesse, però entrambi si trasformano in creature mostruose con tanta voglia di uccidere. Accade qualcos’altro certo, ma la sostanza è questa, niente di più.
Non che mi aspettassi altro da una commedia horror traducibile come “polpette da combattimento”, però qui si esagera con l’inutilità delle scene. Quando poi il sangue comincia a essere sparato in giro si tira un sospiro di sollievo, l’unico motivo per cui va visto è gustarsi una grossa dose di trash nipponico, una dose talmente elevata da poter soddisfare per diverso tempo direi. L’astinenza qui ha giocato un ruolo fondamentale, era infatti da mesi che non vedevo un film del genere ed avrà sicuramente influito sul mio apprezzamento di tali scene di combattimento.
Concludendo possiamo dire che non è una pellicola che aggiunga particolarmente molto a questo filone, prende spunto da Tetsuo, tutto il cyberpunk giappo in generale e ai capisaldi indiscussi dello splatter come The Machine Girl et similia (mai pensato di usare un latinismo in una recensione del genere ma non ho saputo trattenermi). A suo favore abbiamo il fatto che scorra in fretta, abbia una prima metà skippabilissima e scene d’azione tipicamente folli ed esagerate. Se siete novizi meglio lasciar stare, se ci sguazzate procedete pure, potrete addirittura considerarlo un cult come alcuni sul web.
