Titolo: Szabadesés – Free Fall
Anno: 2014
Regia: György Pálfi
Paese: Ungheria
Trama: Un’anziana donna sale l’ultima rampa di scale che conduce al tetto in un tipico edificio residenziale di Budapest. Poi si avvicina al cornicione, guarda giù, e si butta. Per un momento tutto si ferma, c’è silenzio. Riusciamo a vedere in modo fugace gli altri appartamenti mentre la donna passa davanti alle loro finestre. Sei piani, sei appartamenti uguali, eppure sei mondi molto diversi
Recensione: Dal regista di “Taxidermia” un’opera altrettanto grottesca, ma molto meno estrema, raggruppata ancora una volta in un’antologia. Un’anziana donna decide di suicidarsi gettandosi dal tetto di un palazzo, ne esce in qualche modo indenne e dopo aver fatto una passeggiata decide di riprovarci. Risalendo l’edificio per riprovarci veniamo a conoscenza delle varie bizzarre vicende che riguardano ogni appartamento. Alcuni sono leggermente meno interessanti degli altri, ma offrono una visione surreale e allo stesso tempo reale della società. In un episodio abbiamo una coppia ipocondriaca direi fin troppo attenta ai batteri, dato che durante il sesso si avvolgono con della pellicola trasparente per evitare il diretto contatto fisico tra i corpi, finché dalla bocca della donna non cominciano ad uscire degli scarafaggi. Poi abbiamo una donna che si reca da una sorta di ginecologo per farsi rimettere, inspiegabilmente a dir poco, il figlio nell’utero. Altri corti sono meno complessi ed esaltanti, ad esempio un bambino che prende alla lettera il detto dell’elefante nella stanza e semplicemente vede in casa una mucca che lo segue. Insomma, è una visione imperdibile per gli amanti del weird.