The Last Family – Scheda Film


Titolo: The Last Family – Ostatnia Rodzina

Anno: 2015

Regia: Jan P. Matuszynski

Paese: Polonia


Trama: Beksinski è un uomo gentile che soffre di aracnofobia, ha fantasie sessuali spinte e coltiva una passione per le opere pittoriche distopiche e inquietanti. Tuttavia, è anche un padre di famiglia che vuole solo il meglio per l’amorevole moglie Zofia, per il nevrotico figlio Tomasz e per sua madre e la suocera. Grazie alla pittura, Beksinski si è fatto un nome nella scena dell’arte contemporanea mentre da brava cattolica Zofia cerca di mantenere unita la famiglia, soprattutto da quando Tomasz mostra tutta la sua violenza e le sue manie suicide.



Recensione: Zdzisław Beksiński è una personalità molto particolare dell’arte contemporanea, all’apparenza potrebbe sembrare un comunissimo vecchietto, ma crea quadri inquietanti e surreali, alcuni sembrano dei veri e propri portali verso l’inferno.
La sua vita, come è facilmente intuibile, non è stata delle migliori, la morte e la sofferenza lo hanno accompagnato, influenzando inevitabilmente la sua produzione artistica. Proprio per questo è nata l’idea di creare un film biografico che ci riassuma la sua visione della vita e della sua arte così particolare.

I personaggi principali sono Beksinski, la moglie ed il figlio. Una vita normalissima se non fosse per la deprimente presenza delle suocere e i problemi mentali del figlio che lo rendono una mina vagante. In tutte le famiglie accadono tragedie, in questo film i rapporti umani sono rappresentati nella maniera più fedele possibile.

I momenti più importanti e toccanti sono senza dubbio i tentativi di suicidio del figlio, l’attore riesce a rappresentare alla perfezione i problemi mentali che lo affliggevano, con svariati tic nervosi e vaneggiamenti.
Altro punto fondamentale è la morte della moglie causata da un aneurisma, la cosa peggiore è che era stato annunciato dal medico curante della donna, ma senza sapere precisamente quando avrebbe colpito. Fattori come questi hanno portato l’artista a vivere una vita solitaria, triste e piena di incubi, che poi ha rappresentato su tela. Vi sono anche brevi intermezzi composti da interviste, sempre recitate, in cui notiamo il pittore stesso che non sa esprimere a parole quello che le sue opere rappresentano.

Il punto forte del film comunque non è la trama, ma la splendida regia e i dialoghi brillanti.
Non posso negarlo, è stato il film che ho faticato di più a tradurre, si passa dai deliri riguardanti il sesso e il suicidio alle battute tragicomiche che accentuano l’umorismo nero di Beksinski.
La regia è caratterizzata da molte inquadrature fisse che spesso si ripetono, permettono di immedesimarsi maggiormente e fanno in modo che lo spettatore si senta all’interno di un nucleo familiare così devastato. Grazie a questa tecnica utilizzata, il finale mi ha messo i brividi, letteralmente.

Non c’è altro da dire, sono sicuro che pochi di voi gli daranno una possibilità, ma vi assicuro che in ogni festival in cui questo film è stato presentato ha sempre stupito piacevolmente.
Non ve ne pentirete, è un piccolo capolavoro sottovalutato, proprio come l’arte del suo protagonista.

 

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

4 Risposte a “The Last Family – Scheda Film”

    1. Grazie per la traduzione ( anche perchè sperare in una edizone italiana è pura utopia ) . Zdzisław Beksiński , grande artista è film che gli rende pienamente merito. Massimo

  1. Grazie mille per questo film. Mi ha colpito tantissimo, e ho apprezzato molto l’idea di proporre un biopic che quasi non mostrasse le opere del pittore. Tutto è concentrato sugli avvenimenti degli ultimi anni, dai quali si può dedurre qualcosa in più sulla sua arte senza che venga spiegato o mostrato ossessivamente. A tratti mi ha ricordato Zulawski.

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