Titolo: The Stanford Prison Experiment – Effetto Lucifero
Anno: 2015
Regia: Kyle Patrick Alvarez
Paese: USA
Trama: Ventiquattro studenti maschi su settantacinque vengono scelti per un gioco di ruolo che li trasformerà in maniera casuale in guardie e prigionieri all’interno di un carcere finto, situato nel seminterrato dell’edificio di psicologia a Stanford.
Recensione: Il potere assoluto corrompe in modo assoluto e il professor Zimbardo ce lo ha dimostrato nel suo esperimento nel 1971. Non è il primo film basato su questo particolare esperimento sociale, ma su questo volevo spendere qualche parola.
Come sto dicendo molto spesso in questo periodo, il film ha un inizio molto promettente, dei ragazzi si propongono per essere le cavie di un esperimento nel dipartimento di psicologia della loro università, ma si immedesimeranno troppo nel loro ruolo, arrivando a credere veramente di essere guardie e carcerati.
La prima metà del film è dedicata alla deumanizzazione dei carcerati in ogni modo, togliendogli i vestiti e addirittura vietadogli di usare i propri nomi, solamente un numero identificativo che si ispira sicuramente ai campi di concentramento. Le guardie li obbligano a ripetere molte volte il loro numero e quello degli altri, per farli abituare al loro nuovo nome e sembra quasi lavaggio del cervello.
Devo ammettere che ad un certo punto ho cominciato a fregarmene della trama, sperando di vedere una rivolta dei “carcerati”, guidati da Ezra Miller, ma i suoi piagnucolii purtroppo gli hanno aperto una via di fuga. Forse sono troppo abituata alla violenza visiva, ma rimane il fatto che si sarebbero potuti spingere oltre con le umiliazioni da far subire ai carcerati.
Non è di certo un capolavoro, ma è veramente godibile ed interessante a modo suo, ve lo consiglio.