Titolo: Wrong Cops
Anno: 2013
Regia: Quentin Dupieux
Paese: USA
Trama: A Los Angeles, il tasso di criminalità è così basso che Duke, poliziotto corrotto e amante della buona musica, trova il tempo per annoiarsi e vendere droga. Quando poi incontra David Dolores Frank, un giovane amante della musica techno, Duke è talmente infastidito dai suoi gusti musicali che decide di impartirgli una buona lezione dalle conseguenze folli e imprevedibili.
Recensione: Wrong Cops nasce come spin off di Wrong, quindi rimaniamo in un universo in cui tutto è incredibilmente sbagliato. È l’unico film di Dupieux in cui si può trovare una critica sociale ad una delle categorie più difese, ma allo stesso tempo più attaccate mai esistite, la polizia, in particolare quella americana, macchiatasi negli anni di tanti crimini da far sembrare Wrong Cops meno grottesco di quanto volesse il regista.
Tra spaccio di droga, molestie a povere ragazze e produzione di musica di dubbio gusto i nostri protagonisti non hanno proprio tempo per fare i poliziotti. Pur essendo assolutamente inadatti al loro ruolo hanno comunque un grande potere sui civili, essendo autorizzati a sequestrare chiunque vogliano per qualsiasi motivo gli venga in mente, come quello strano (in effetti è stupido utilizzare la parola strano per descrivere i film di mr. Oizo) adolescente interpretato da nientepopodimeno Marilyn Manson. Vedere quel mostro sacro interpretare un ragazzino in felpa e cuffione è destabilizzante, ma si armonizza con l’ambiente surreale in cui è incastonato.
Il film non ha una vera e propria trama, sembra un’antologia in quanto ogni poliziotto vive una vicenda diversa, con diverse problematiche e diversi reati. La scena migliore di tutto il film è il colloquio con il produttore musicale, che strizza un occhio alla carriera del nostro regista. Un film legato inevitabilmente alla musica, soprattutto elettronica come è normale che sia considerando chi è Mr. Oizo. Il produttore fa ben capire che il talento non conta nell’ambiente musicale, che l’unica cosa che conta veramente è sfornare più musica possibile e saperla vendere, dice letteralmente che è 95% marketing e 5% talento.
Non è il migliore di Dupieux, ma è divertente ed ha una componente di critica sociale che si distingue nel suo solito nonsense. Vale assolutamente la pena vederlo.