Au Poste! – Scheda Film


Titolo: Au Poste!

Anno: 2018

Regia: Quentin Dupieux

Paese: Francia


Trama: Una notte, in una centrale di polizia delle banlieue, Buron, un commissario malfidato e nervoso, interroga Louis Fugain intorno a un cadavere rinvenuto ai piedi del suo palazzo. L’interrogatorio è costantemente interrotto da un assistente guercio, stupido e molto zelante. Tra pause caffè interminabili e flashback, che ritornano sul luogo del crimine per illustrare le dichiarazioni dei testimoni e la testimonianza del sospetto, Fugain vivrà la notte più lunga della sua vita. Perché Buron non gli crede è ha deciso di fargli sputare il rospo.


 


Recensione: Ho l’obbligo di parlarvi di questo film, ho il dovere morale di fare la mia minuscola parte nel pubblicizzare uno dei registi più sottovalutati del momento. Dupieux è tornato con il suo cinema delirante ed esilarante, fuori da ogni logica ed ogni confine, un cinema che prende il concetto di genere cinematografico e lo rispedisce al mittente in grande stile.

Ci troviamo in un distretto di polizia mentre sta avvenendo un interrogatorio ai danni di Louis, un uomo apparentemente innocente che trova un cadavere per strada, chiama la polizia e diventa automaticamente il primo ed unico sospetto. Cerca di provare la sua innocenza al commissario Buron, ma quest’ultimo non è convinto della sua versione dei fatti, anche perché nel suo racconto avvengono cose molto strane. Louis quella notte scende di casa varie volte per futili motivi, viene visto agire con fare sospetto dalla vicina e, come se non bastasse, lascia un ferro da stiro sulla scena del crimine.

L’interrogatorio sembra infinito, il commissario si assenta un attimo e chiede al suo collega Philippe di dargli un occhio mentre lui è via. Philippe prende alla lettera il suo compito, dato che ha un solo occhio, cominciando a fissarlo in maniera assai opprimente. Se il nonsenso della pellicola appariva solo lievemente ora se ne si ha la certezza, infatti la scena si conclude con Philippe che muore per sbaglio cavandosi l’unico occhio con un righello e Louis dimostra ancora una volta di non saperci fare con i cadaveri andando a raccoglierlo e nasconderlo in un armadietto.

L’ironia della situazione è alternata da momenti di forte tensione, Dupieux dimostra di avere un saldo controllo sulla sceneggiatura e sulle emozioni dello spettatore, anche quando sembra che non sappia dove stia cercando di andare a parare. La storia si fa sempre più paradossale, Louis e Buron entrano rispettivamente nei pensieri dell’altro, la linea narrativa si divide in molteplici linee narrative. Passato, presente e futuro smettono di essere entità separate, la confusione aumenta, il ritmo sempre pacato e fluido, mentre la storia di Louis finalmente giunge al termine.
L’accusato è scagionato, il cadavere è morto per cause naturali, quando tutto sembra essersi concluso per il meglio ecco che l’occhio di Philippe viene ritrovato e…….

Dupieux ha un potere non indifferente, ovvero far incazzare tremendamente e farsi perdonare subito dopo. Sull’apice di un lento, spassoso, a tratti fastidioso e inconcludente climax ascendente, il regista decide di abbattere, distruggere, sfondare ed annientare la quarta parete mostrandoci un sipario che si alza ed un teatro gremito che applaude la performance. Tutti sembrano sapere che cosa stava succedendo, fatta eccezione per Louis, visibilmente confuso e attonito, proprio come chi si cimenta per la prima volta a tuffarsi nel cinema del bizzarro e surrealista regista francese.

Se avete ricevuto il battesimo di Rubber e Wrong, sicuramente sapete già cosa aspettarvi, non posso far altro che lodare quest’opera, tanto semplice quanto appassionante. Un cinema che si trasforma in opera teatrale, come si fa a non amarlo?

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

Una risposta a “Au Poste! – Scheda Film”

  1. fantastico questo film, l’ho visto e me lo sono goduta (fortunatamente sono francofona) un bel po’. grazie ragazzi, spero riprendiate presto a fare recensioni

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