Titolo: Loving Vincent
Anno: 2017
Regia: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Paese: Regno Unito, Polonia
Trama: La vita e la controversa morte di Vincent Van Gogh vengono raccontate a partire dai suoi dipinti e dai personaggi che li popolano. Attraverso le parole delle persone più vicine a Vincent, alle sue oltre 800 lettere e alle ricostruzioni drammatiche degli eventi che hanno portato alla tragica scomparsa di Van Gogh, 120 dei suoi dipinti prendono vita diventando testimoni dell’epoca in cui il genio è vissuto.
Recensione: Parliamoci chiaro, questo è uno di quei film che non si guarda per la trama, si guarda per l’estetica ed è uno dei più belli che abbia mai visto. I quadri di uno dei miei artisti preferiti prendono vita, i suoi personaggi emergono dalla tela con una propria personalità.
Il protagonista è Armand Roulin, amico di famiglia di Van Gogh, che indaga sulla sua morte ripercorrendo i passi dell’artista. Sappiamo tutti che Van Gogh era un personaggio particolare, di certo non era ben visto ed apprezzato quando era in vita, ma stupisce sempre vedere quanto fosse odiato per la sola colpa di essere malato. Seguiamo l’indagine di Roulin con ben poco interesse, persi tra i colori e i luoghi della vita di Van Gogh, che riconosciamo come se fosse la nostra città natale, con un affetto che mi ha quasi mosso alle lacrime in più di qualche scena.
Questo è un film unico, speciale, non esiste niente del genere, le parole non sono in grado di descrivere tutta la sua bellezza. È incredibile anche la tecnica utilizzata, è stato dipinto tutto a mano da degli artisti, ma in nessun altro modo avrebbero potuto rendere giustizia alla sua carriera artistica se non catapultandoci nei suoi quadri. Uno dei miei rimpianti più grandi è non averlo potuto vedere al cinema, sarà stata un’esperienza incredibile, altro che Van Gogh Immersive Experience.
mi ha fatto piacere che il film in italia abbia avuto successo, nonostante soli tre giorni di programmazione e una replica
La tua analisi del dipinto la Dama con l”ermellino di Leonardo da Vinci, la si può definire per lo meno “interessante, ma non certo “completa. Per esempio, tanto per citare un particolare: l”animale tenuto in braccio dalla bella Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro. A ben guardare, questo animale che tutti identificano in un ermellino, in realtà non lo è affatto, in quanto esso è un “furetto. Quindi, anche il suo significato e simbolismo andrebbero per lo meno rivisti, e questo cambierebbe completamente il senso ed il significato del dipinto.