Shelley – Scheda Film


Titolo: Shelley

Anno: 2016

Regia: Ali Abbasi

Paese: Danimarca


Trama: Louise e Kasper, una coppia di danesi, vivono in una villa isolata nel mezzo della foresta, lontani dalla vita moderna, dalla tecnologia e dall’elettricità. Il più grande sogno della donna è di diventare madre ma lei non può avere figli. Per disperazione, Louise decide di stringere un patto con la cameriera rumena Elena, che si offre di far da madre surrogata in cambio di una grande somma di denaro. La vita che cresce nel suo grembo, però, prende forma troppa velocemente e come una forza malefica si insinua nelle esistenze altrui. Paranoia e orrore circonderanno l’inevitabile nascita.



Recensione: La nostra protagonista, Elena, viene assunta da una coppia danese che vive in un luogo completamente isolato, nel bosco, senza elettricità, a parte il telefono fisso. La ragazza entra sempre più in confidenza con i due, fino ad accettare di portare in grembo loro figlio, in cambio di moltissimo denaro.

La cosa che più salta all’occhio e riesce a creare curiosità è il poster, che ricorda moltissimo quello di Rosemary’s Baby e di certo non a caso, dato che la gravidanza portata avanti da Elena sarà molto simile a quella di Rosemary, soprattutto per il malessere che reca alla giovane, alla perdita di peso improvvisa, i dolori al ventre e il deperimento della pelle. All’inizio pensavo che fosse il disagio di avere il bambino di qualcun altro che la portava a avere comportamenti autodistruttivi, come fumare, non mangiare, non volersi lavare, ma andando avanti si comincia a capire che c’è davvero qualcosa che non va. Solo dopo la nascita però arriva la certezza che la bambina ha qualcosa che non va, non che abbia comportamenti strani, anzi, sembra una bambina molto tranquilla, ma ha il potere di far impazzire chiunque le stia attorno, a parte sua madre.Viene spontaneo fare il paragone con Grace, ma in quel caso sappiamo il motivo per cui la bambina è così strana, sappiamo che non dovrebbe essere viva, in Shelley invece non abbiamo assolutamente idea del perchè ha questa strana influenza, del perchè riesce a sopravvivere al tentativo di aborto, con una tecnica molto rudimentale da parte di Elena, anzi, il finale riesce a confondere ancora di più le poche sicurezze dello spettatore.

Non credo che abbia un’interpretazione corretta, per come lo vedo io è un affettuoso omaggio al classico di Polanski, ma vale davvero la pena vederlo, è raro vedere un film così statico, ma che non annoia. Ma sappiamo benissimo che la Danimarca non delude mai, no?

Pubblicato da Annie

Amante dell'arte, della letteratura e del cinema. Adoro tutti sottogeneri dell'horror, con una spiccata preferenza per i più violenti ed eccessivi, ma difficilmente ne vengo turbata. Sfrutto Jeff quotidianamente per procurarmi la mia dose di horror e lo costringo a vedere cose che darebbero fastidio a qualsiasi essere umano normale. Insofferente a qualsiasi influenza, ho una mia opinione e non ho paura di mostrarla.

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