Snowtown – Scheda Film


Titolo: Snowtown – The Snowtown Murders

Anno: 2011

Regia: Justin Kurzel

Paese: Australia


Trama: Jamie ha 16 anni e vive con la madre in una periferia dove regnano la violenza, la disoccupazione e gli abusi sessuali. Quando però entra nelle loro vite John Bunting, tutto sembra cambiare.



Recensione: Tratto dagli omicidi di John Buntling nell’omonima cittadina australiana di Snowtown, questo film riesce a ricreare fedelmente la vita del serial killer mostrando come le sue gesta e le sue parole siano riuscite a manipolare tutti coloro che gli erano attorno. Per una volta non assistiamo ad una semplice ricostruzione di omicidi tremendi, ma l’aspetto psicologico che c’è dietro ad ogni evento, dato che John sceglieva le vittime tra le persone che disprezzava di più: pedofili, stupratori ed omosessuali. Il regista si sofferma particolarmente sulle sue capacità oratorie e il suo continuo lavaggio mentale.

John arriva in una famiglia con alle spalle (e non solo) parecchio degrado. Elizabeth ha tre figli e il suo ex fidanzato si diverte a scattare foto a stampo pedo-pornografico ai suoi ragazzi. La polizia non fa nulla a riguardo quindi tocca proprio a John intervenire, finendo per spaventarlo, cacciarlo via e prendere il suo posto come capofamiglia. Con il passare del tempo la casa di Elizabeth diventa una sorta di circoletto in cui John condivide le sue idee omofobe con il resto del vicinato.

La vera follia comincia quando Jamie Vlassakis viene a scoprire che, il suo ormai patrigno, è passato dalle parole ai fatti. John, aiutato da Robert, gli mostra il cadavere di Barry, un travestito che considerava una minaccia per il vicinato, e del migliore amico di Jamie, Gavin, un tossico che avrebbe potuto portarlo su una cattiva strada. Questi non sono i primi omicidi da lui compiuti, ma il regista decide di cominciare la storia proprio da questi ultimi, probabilmente per non far capire fin da subito dove potesse spingersi la mente di un uomo che lancia pezzi di canguro sulle case di un pedofilo come avvertimento.

Jamie a questo punto diventa complice ed è qui che abbiamo la scena più disturbante e potente dell’intero film. Scopriamo che suo fratello Troy lo aveva stuprato e John non può fare a meno di punirlo. Comincia una lenta e dolorosa tortura nei confronti di Troy che culmina con il fratello che per pura pietà decide di dargli il colpo di grazia, soffocandolo definitivamente sotto lo sguardo compiaciuto del vero killer. Se da una parte possiamo considerarlo un assassino e un complice a tutti gli effetti, dall’altra fa storcere il naso il fatto che abbia ricevuto la pena massima in Australia, ovvero l’ergastolo. Di fatto la stessa identica pena di John, il quale è stato condannato ad 11 ergastoli, cosa di cui non capirò mai il senso.

La messa in scena è semplice ed efficace, il degrado di una periferia sperduta nel deserto australiano viene mostrato nei minimi dettagli. Poche centinaia di abitanti, un uomo che cerca di vendicarsi contro una società da cui si sente escluso, un trauma alle spalle che lo ha portato a farsi giustizia da solo contro possibili stupratori, finendo per prendersela con chiunque fosse un bersaglio facile la cui scomparsa non avrebbe suscitato tanto interesse. Un luogo che sembra abbandonato a se stesso, dove anarchia ed ignoranza collidono, creando un terreno più che fertile per un novello Charles Manson.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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