Titolo: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
Anno: 2017
Regia: Martin McDonagh
Paese: USA
Trama: Dopo mesi trascorsi senza trovare il colpevole dell’omicidio di sua figlia, Mildred Haynes fa una mossa audace, realizzando tre manifesti che sembrano un controverso messaggio diretto a William Willoughby, il venerato capo della polizia della sua città. Quando nel caso viene coinvolto anche Dixon, vice del capo della polizia immaturo e con un debole per la violenza, lo scontro tra Mildred e William sull’applicazione delle leggi diventerà sempre più duro.
Recensione: I grandi film mi mettono sempre un po’ in soggezione, è difficile parlarne senza urtare le opinioni di tutti, di chi li ama alla follia e di chi li ha odiati a morte. Proverò a farvi arrivare il motivo per cui secondo me è un film importante, da mettere in watchlist e guardare il prima possibile.
Mildred è una donna all’apparenza molto forte, dopo aver seppellito sua figlia si ritrova a combattere contro la polizia che sembra non fare il minimo sforzo per scoprire chi l’ha uccisa. Una notte appaiono tre manifesti ad Ebbing, Missouri, che recitano “raped while dying and still no arrest? How come, Chief Willoughby?”
Una trama all’apparenza molto pesante, con una sceneggiatura incredibile, riesce a mantenere il tono del film sempre alto con scambi di battute veloci, impregnate di sarcasmo oscuro che sembra talmente fuori luogo da strappare risate strane. Abbiamo una cittadina del sud con agenti di polizia assolutamente inadatti al ruolo, razzisti, violenti, che sembrano non fare assolutamente nulla per risolvere i loro casi. L’unica cosa che sanno fare a detta degli abitanti di Ebbing è pestare i neri. Gli stessi abitanti non sono migliori dei poliziotti, poiché dal momento in cui compaiono i manifesti cambiano completamente atteggiamento verso quella strana donna che è Mildred, passando dalla pena e la sufficienza a trattarla come se fosse stata lei ad uccidere sua figlia, per la sola colpa di aver preso di mira il capo della polizia, un incredibile Woody Harrelson, un personaggio che si scopre mano a mano, più profondo di quanto si pensi. Ho già lodato la sceneggiatura, ma non riesco a farne a meno di parlarne, ogni dialogo è una perla, il modo in cui diventa progressivamente meno divertente, a mano a mano che cresce la sofferenza della protagonista. Film come questi mi fanno tornare la speranza che Oscar possa tornare ad essere sinonimo di qualità.