A Cure for Wellness – Scheda Film


Titolo: A Cure for Wellness

Anno: 2017

Regia: Gore Verbinski

Paese: USA


Trama: Un giovane e ambizioso impiegato viene mandato a recuperare il CEO della società per cui lavora in una struttura europea specializzata nella cura del benessere e situata nelle Alpi svizzere. Una volta a destinazione, scopre però che l’uomo non vuole far ritorno a casa ed è costretto a prolungare il suo soggiorno. Si renderà pian piano conto che nella struttura sta accadendo qualcosa di molto sinistro.



Recensione: Gore Verbinski ci porta in una clinica dove viene somministrata la cura del benessere, un’acqua miracolosa dosata in sessioni di idroterapia poco convenzionali. Più che una clinica sembrerebbe all’apparenza una casa di riposo, dato che tutti i pazienti sono molto anziani e tutti, stranamente, soddisfatti da questa terapia.

Lockhart è il protagonista, interpretato egregiamente da Dane DeHaan, che va alla ricerca di un amministratore della sua azienda per farlo tornare a New York. La clinica si trova infatti sulle Alpi svizzere, anche se è girato in Germania, e regala paesaggi unici dai quali mai ci si vorrebbe allontanare, ma non è questo il motivo del suo rifiuto nel tornare in America. Questa cura viene somministrata come se fosse un farmaco e crea una dipendenza tale che Lockhart scoprirà che nessuno vuole più andarsene una volta entrato.

Senza addentrarmi troppo nella trama vorrei far notare quanto un buon thriller venga retto dalla suspance e dai colpi di scena, in questo caso già dall’inizio l’atmosfera ci suggerisce qualcosa di losco, sarà a metà visione che avremo già il quadro completo e nulla più riuscirà a stupire. Probabilmente il fattore che mantiene l’attenzione costante anche quando tutto appare scontato è la bellezza con la quale sono girate le scene. Non solo i paesaggi sono mozzafiato, ma la fotografia è curatissima sia nelle scene all’aperto, simili a quadri in movimento, che in quelle all’interno della struttura.

Altri difetti che prescindono dalla storia in sé sono le anguille, che si comportano come piranha a dieta, e i vari esperimenti fatti all’interno del castello che hanno poco senso. L’esistenza stessa di questo luogo risulta poco credibile dato l’enorme flusso di denaro che riceve senza che nessuno sospetti nulla, sappiamo che la Svizzera è un paradiso fiscale, ma qui si esagera. Tutto questo “overthinking” sul realismo dell’opera può essere spazzato via con una parola: fantastico. Quando leggiamo l’accoppiata thriller e fantastico tra i generi di un film bisogna automaticamente smettere di porci domande, sebbene all’interno vi siano più elementi realistici che fantastici.

Per essere un bel film lo è assolutamente, ha dei difetti passabili quando si tratta della sceneggiatura, altri meno quando si tratta della trama, ma lo consiglio a prescindere. Magari se non siete avvezzi al genere non riuscirete a rovinarvi il finale e soprattutto non lo troverete così scontato. Mi ha ricordato molto Shutter Island, anche l’interpretazione del protagonista ricorda un giovane DiCaprio, ma è lontano anni luce dall’essere un capolavoro.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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