Titolo: Closet Monster
Anno: 2015
Regia: Stephen Dunn
Paese: USA
Trama: Un adolescente creativo e motivato è alla disperata ricerca di una via di fuga dalla sua città che lo lega a ricordi spiacevoli riguardanti la sua infanzia turbolenta.
Recensione: Parto subito dicendo che non mi è ancora chiaro come certi film indipendenti vengano così sottovalutati, mentre altri raggiungono meriti e traguardi che non gli appartengono. Questo film è una perla, appena l’ho scoperto ho sentito non il bisogno, ma il dovere di tradurlo e postarlo qui.
La storia ruota attorno alla vita di Oscar, un ragazzino impacciato che ha subito diversi traumi e che scopriremo subito, proprio all’inizio del film.
Ci spostiamo nella sua versione adulta, ha 18 anni e molti suoi atteggiamenti sono rimasti invariati, fatta eccezione per un incubo ricorrente, il quale è anche uno dei traumi che lo ha più segnata nella sua infanzia, ovvero un ragazzo ucciso da dei bulli con un pezzo di ferro nell’ano. Per il solo fatto che era gay, come sottolinea il padre lasciandolo basito.
Ebbene sì, Oscar è il solito ragazzo che reprime la sua sessualità, ma lo fa in un modo alquanto strano: parla con il suo criceto, che è in grado di rispondergli, al femminile, quando invece è un maschio. La sua crisi interiore sfocia in un finale da pelle d’oca, di cui non posso spoilerare.
Stilisticamente parlando questa pellicola non ha difetti, a partire dalla sceneggiatura intelligente e mai banale, fino alle musiche e i colori del finale che ricordano vagamente Der Nachtmahr e lasciano senza fiato.
Probabilmente pochi di voi lo vedranno, non sembra nulla di che all’apparenza, eppure è uno di quei film che dice poco e lascia il segno, mentre spesso è esattamente l’opposto. Consigliato vivamente, una delle visioni più piacevoli degli ultimi mesi.
Veramente molto bello. Mi ha lasciato senza fiato e sinceramente non me lo aspettavo proprio, regia che sembra già molto matura, amo l’aspetto psicologico che permane in tutto il film e si dirama lentamente facendo da filo conduttore alla trama. Questo Stephen Dunn è da tenere sott’occhio a mio avviso, la citazione a Cronenberg poi l’ho apprezzata particolarmente. Sorprendente.