Edmund Kemper – Biografia

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Edmund Kemper è uno dei serial killer più efferati della storia americana e fu autore di numerosi omicidi, atti di mutilazione, necrofilia, cannibalismo e vari altri crimini.

Nacque nel 1948 e sebbene mostrasse sin da piccolo una mente brillante i suoi disturbi si manifestarono già in giovane età, si divertiva infatti a torturare e ad uccidere animali, faceva strani giochi sessuali con le bambole delle sorelle, era piromane e mostrava segni di necrofilia.

Dopo il divorzio dei genitori andò a vivere con la madre, il loro rapporto era tremendo, lei lo picchiava e umiliava di continuo. Appena possibile infatti scappò di casa alla ricerca del padre che però si era risposato e non ne voleva più sapere di lui.

Ebbe un figlio nel 1963 che venne affidato ai suoi nonni paterni e dove anche lui andò a vivere, questa vita però non lo soddisfaceva e non sopportava l’idea di vivere in un ranch isolato e deprimente.
Così nel 1964 sparò a sua nonna mentre finiva di scrivere un libro e quando tornò il nonno a casa uccise anche lui.

Kemper, dopo aver chiamato la madre, decise di consegnarsi alla polizia e venne internato in un ospedale psichiatrico dove fece amicizia con il suo psicologo, fino al punto da diventare suo assistente. Dopo neanche 5 anni venne rilasciato convincendo tutti di essere guarito e tornò a stare dalla madre, iniziò poi a lavorare nel dipartimento dei lavori pubblici per le autostrade.

Tra il 1972 e il 1973 cominciò ad uccidere giovani ragazza autostoppiste, le portava in zone isolate, le uccideva e le portava nel suo appartamento per abusare dei loro corpi e sezionarli. Spesso andava a caccia delle vittime dopo aver litigato con la madre.

Le vittime con questo modus operandi ammontano a sei e sono:

Mary Ann Pesce e Anita Luchessa

Il 7 maggio 1972, Kemper stava guidando nei pressi del campus universitario UC Santa Cruz, quando diede un passaggio a due studentesse diciottenni
che stavano facendo l’autostop per raggiungere la Stanford University. Dopo aver guidato per circa un’ora, si diresse in una zona di campagna vicino Alameda, dove fermò la macchina e strangolò entrambe le ragazze. Non contento accoltellò ripetutamente sia la Pesce che la Luchessa con un grosso coltello da cucina che aveva comprato in una ferramenta proprio per l’occasione.
Kemper portò i cadaveri a casa della madre, portò i corpi in camera sua e scattò macabre foto pornografiche delle ragazze. Quella stessa notte, Kemper fece a pezzi i cadaveri e infilò i resti della Pesce in una valigia, che poi abbandonò sul ciglio della strada vicino alle montagne. Si servì della testa decapitata della Luchessa per praticare sesso orale, prima di gettare i resti della ragazza in una scarpata.

Aiko Koo

La notte del 14 settembre 1972, Kemper raccolse dalla strada la quindicenne Aiko Koo, che aveva deciso di fare l’autostop fino a casa per non dovere aspettare l’autobus. Minacciandola con una pistola, Kemper fermò l’auto a lato della strada e strangolò a morte la ragazza. Piazzò il corpo nel bagagliaio della sua auto e guidò indietro fino alla casa materna. Nella sua stanza, violentò e dissezionò il cadavere.

Cindy Schall

Il 7 gennaio 1973, Kemper diede un passaggio alla studentessa diciannovenne Cindy Schall. Fermò l’auto in una zona isolata e le sparò con una pistola calibro 22. Come sempre portò il corpo a casa della madre e lo smembrò. Rimosse anche il proiettile dal cranio della ragazza e seppellì la testa in giardino con il viso rivolto verso le sue finestre per farle uno scherzo. Successivamente, motivò il fatto compiuto, dicendo che la madre “voleva sempre che le persone la guardassero”.

Rosalind Thorpe e Alice Liu

Il 5 febbraio, dopo una discussione con la madre, Edmund uscì di casa in cerca di potenziali vittime. Incontrò la ventiquattrenne Rosalind Thorpe e la ventitreenne Alice Liu. La Thorpe entrò per prima nell’auto, convincendo Alice a salire dopo di lei. Appena arrivato in una zona “sicura“, egli sparò ad entrambe le ragazze e dopo ripeté il solito rituale di portarsi le ragazze in camera, per poi violentarle e smembrarle.

 

Le sue ultime vittime furono proprio sua madre e la sua migliore amica, che dopo aver ucciso la madre invitò a cena con l’intento di ucciderla.
La madre fu uccisa nel sonno con un martello, poi venne decapitata e violentata, la testa fu messa su una mensola e trasformata in un bersaglio per le freccette.
Infine le strappò le corde vocali e le gettò in un trita rifiuti.

«Mi sembrava appropriato dato che non aveva fatto altro che urlare, strillare e inveire contro di me per anni».

Interrogato in carcere, dopo aver confessato i suoi omicidi, ammetterà di aver compiuto anche atti di cannibalismo su almeno una delle sue vittime.

«Effettivamente ho divorato in parte la mia terza vittima. Ho tagliato dei pezzetti di carne che avevo messo nel congelatore. Una volta scongelata, ho cotto la carne in un pentolino con delle cipolle. Poi ho aggiunto della pasta e del formaggio»

Al processo si dichiarò infermo di mente, ma venne giudicato colpevole di otto omicidi. Fu richiesta la pena di morte, ma essendo stata sospesa all’epoca, fu condannato all‘ergastolo.

Edmund_Kemper_(mug_shot_-_1973)

Kemper da parte sua, non ha mai mostrato nessun segno di rimorso e non ha mai chiesto scusa ai genitori e parenti delle sue vittime. Anzi è parso addirittura orgoglioso del suo acume criminale e del fatto che per arrestarlo, la polizia abbia dovuto attendere che fosse lui stesso a costituirsi. Dal 1973, anno della condanna, Ed Kemper si è laureato e insegna informatica in carcere e partecipa attivamente a un programma di trascrizione di opere letterarie in alfabeto Braille per i ciechi. Queste attività gli hanno procurato diversi premi dall’amministrazione carceraria americana.

Nonostante la buona condotta e l’aver scontato oltre quarant’anni di detenzione, Edmund Kemper è tuttora imprigionato nella California State Prison, di Vacaville, California.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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