Titolo: Enter the Void
Anno: 2009
Regia: Gaspar Noé
Paese: Francia, Germania, Italia, Canada
Trama: La storia è ambientata a Tokyo, e vede come protagonista Oscar, un giovane spacciatore americano, che viene ucciso, ma che continua a vedere gli eventi che accadono a sua sorella Linda e alle persone che la circondano, grazie ad una viaggio extra corporeo, fluttuando sopra le strade e attraverso i locali di Tokyo. Il film è girato per gran parte con riprese in soggettiva (di Oscar), mentre per i flashback del suo passato, egli viene ripreso di spalle.
Recensione: Una delle esperienze visive più interessanti ed esteticamente perfette che abbia mai visto in un film, un trip vero e proprio.
Già dalla prima scena si capisce con cosa si ha a che fare, Gaspar Noè aveva programmato a lungo di crearlo, ovviamente per un’opera del genere servivano molti fondi e quindi ha dovuto aspettare, alla fine ne è valsa la pena decisamente.
In questo film le droghe sono le vere protagoniste, scontato visto che il film è un dramma sperimentale psichedelico, ma ha dato la possibilità di spiegare la quasi totalità delle riprese particolari e uniche che vedremo.
Il protagonista teorico invece è Oscar, un ragazzo di cui non vedremo il volto finchè non morirà per mano della polizia. Fino ad allora ogni scena sarà in prima persona, come se avesse una microtelecamera attaccata in faccia. Ho adorato il simulare l’effetto delle palpebre che sbattono, dettaglio non da poco in un film del genere.
Dopo la sua morte tutto cambia e il film si spezza in due, una parte è composta da flashback nei quali vedremo una ripresa dalle sue spalle, e un’altra della sua anima che fluttua e osserva dall’alto cosa succede alle persone a lui più care.
Con più di due ore di pellicola devo ammettere che non è un film che digerirete tutti, a volte le riprese sono monotone, le scene che simulano i trip danno spesso fastidio agli occhi e potrebbero annoiarvi.
Questa è l’unica critica possibile da fare, tutto il resto è pura genialità.
L’ho adorato.