Titolo: Fender Bender
Anno: 2016
Regia: Mark Pavia
Paese: USA
Trama: In una piccola cittadina del New Mexico, una diciassettenne che ha appena preso la patente fa il suo primo tamponamento e scambia innocentemente i suoi dati personali con l’estraneo coinvolto. Durante la seguente notte di tempesta, si riunisce nella sua abitazione di periferia con i compagni di scuola ma il gruppo riceve la visita dello sconosciuto a cui la giovane ha dato i suoi dati, ignara di avere davanti un serial killer tanto bizzarro quanto terrificante.
Recensione: Non vado matto per gli slasher e il motivo è molto semplice, troppo spesso peccano di creatività, e questo film non fa eccezione.
In italiano il titolo sarebbe tradotto letteralmente con “tamponamento” ed è proprio questo il modus operandi del nostro killer che usa per ricevere tutti i dati necessari per uccidere le proprie vittime.
Abbastanza stupido direte voi, e avete ragione, ma fidatevi che sarà ancora peggio guardarlo… imbarazzante è il termine giusto. Poi il film è pieno zeppo di scene morte, che dovrebbero creare tensione in teoria, solo in teoria. La sensazione più grande che suscita è quella che sia tutto un enorme brodo allungato, tra scene morte e scelte orribili di sceneggiatura.
Il killer ha una maschera che è un incrocio tra il robot di Futurama e un membro degli Slipknot, viene caratterizzato in modo abbastanza umano e poi ovviamente riesce a sopravvivere a tutto.
Sapete cosa? Mi hanno rotto questi futili tentativi di creare nuovi personaggi alla Michael Myers o Jason Voorhes, siamo nel 2016 e non è possibile che in questo sottogenere dell’horror, in 40 anni, sia cambiata solo l’aggiunta di cellulari. Non è impossibile creare nuove icone horror, sul web con le creepypasta già ne sono nate molte ad esempio, anche se ancora in fase embrionale. Bocciato.
insomma… noioso e per nulla originale.
Concordo con la recensione, se non lo si vede non ci si perde proprio nulla