Holy Motors – Scheda Film

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Titolo: Holy Motors

Anno: 2012

Regia: Leos Carax

Paese: Francia, Germania


Trama: Ventiquattro ore nella vita di un uomo che cambia continuamente identità: da padre di famiglia a uomo d’affari a mostro, affiancato da una misteriosa e bionda assistente, Céline, che lo accompagna ai vari appuntamenti scortandolo in limousine per le strade di Parigi.



Recensione: Stupendo, cinema con la C maiuscola, anche se penso che il giudizio sia più che mai soggettivo in questo caso, potrà essere infatti apprezzato al 100% solo dagli appassionati di cinema inteso come arte e non puro divertimento.
E’ comunque innegabile che la qualità sia eccellente e il messaggio che vuole lasciarci sia unico.

Cerco di spiegarvi in breve la trama del film, all’apparenza semplice, ma più che mai complessa. Il protagonista (interpretato da Denis Lavant che avevo già conosciuto e apprezzato nel suo debutto in Boy Meets Girl) è un attore che passa le sue giornate interpretando diversi ruoli con pochi attimi di riposo, la sua vita è come una sequenza di scene teatrali e la limousine che lo trasporta da un posto all’altro è il suo camerino.
Anche tutta la gente che è attorno a lui in ogni scena sta recitando, il set è l’intera città, Parigi, e anche nei momenti in cui è davvero se stesso sembra che stia interpretando qualche altro personaggio.
Quello che dice regista, in pratica, è che soltanto quando “recitiamo” siamo davvero noi stessi e sebbene a volte diventa stancante e monotono serve a farci sentire vivi.

Ogni scena rappresenta una metafora, una visione del cinema in generale, di quello che sta diventando, ma anche una visione introspettiva del regista che fa autocritica verso i suoi modi di fare “all’antica” e il suo voler a tutti i costi migliorare senza però abbandonarsi in un cinema falso, carico di menzogne e al solo scopo di lucrare su spettatori annoiati o appisolati in una sala buia. Spesso i film di oggi vengono ricordati più per il loro successo al botteghino rispetto alle emozioni e alle riflessioni che lasciano.

Mi sembra chiaro che parliamo di puro metacinema, il cinema che parla di se stesso.
Nulla di troppo complicato comunque, non scoraggiatevi, anche se non siete degli esperti potrete apprezzarlo. Io per primo non sono minimamente un esperto, nel cinema d’autore sono alle prime armi e mi ci sto tuffando pian piano. Non mi ci è voluto molto a capire che questo regista francese sia assolutamente fenomenale. Consiglio comunque di leggere qualche analisi approfondita delle scene per apprezzarle a pieno durante o dopo la visione.

 

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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