How to Talk to Girls at Parties – Scheda Film


Titolo: How to Talk to Girls at Parties

Anno: 2017

Regia: John Cameron Mitchell

Paese: USA


Trama: Nella Londra dei tardi anni Settanta, sull’onda dei Sex Pistols, ogni adolescente vorrebbe essere punk. Enn non è da meno e, venuto a conoscenza di una festa particolare, decide di parteciparvi per divertimento e per incontrare alcune ragazze arrivate dall’estero. I suoi occhi si posano subito sull’enigmatica Zan e tra i due è passione a prima vista.



Recensione: Non è horror? Chissenefrega, questo film mi ha emozionato e non potevo astenermi dal parlarne. In più ha situazioni a dir poco weird, dunque rientra a pieno nei canoni del sito. Unire il punk, gli alieni e l’umorismo britannico poteva sembrare una scelta azzardata per una grossa produzione con un cast di eccellenza, tra cui Nicole Kidman, eppure ha maledettamente funzionato (per me, non al botteghino purtroppo). Come immaginabile non ha un genere ben definito, non si sa mai quando è da prendere seriamente o quando bisogna ridere e basta, il confine è sottilissimo, ma il risultato è straordinario.

Ci troviamo negli anni ’70, nella cittadina di Cryoton e il punk è nel suo momento di massimo splendore tra i giovani. Assistiamo fin da subito ad una di queste serate musicali dove riescono ad imbucarsi tre ragazzi di quartiere in cerca di un po’ di divertimento. L’after party è quando le cose si fanno interessanti, infatti attratti da una strana musica e strane luci finiscono in un covo di “turisti alieni”. Tra loro c’è Zan, interpretata da Elle Fanning, ragazza stufa di tutto che si rivela fin da subito molto attratta dalla cultura punk ed in cerca di esperienze forti. Sarà la nascita di una relazione bizzarra ostacolata dagli altri membri della sua colonia.

A quanto pare il connubio tra alieni e rock frutta bene, creando un misto tra musiche tremendamente caotiche e rumorose con altre… altrettanto caotiche e rumorose in effetti, ma allo stesso tempo completamente diverse. Infatti gli alieni sono sfruttati per creare musica e situazioni psichedeliche, visivamente sublimi. Tutto il film ha una regia impressionante, luci e colori sempre azzeccati ed una sceneggiatura altrettanto valida, non perfetta, ma dal ritmo incalzante e che non annoia mai.

 

Il significato della pellicola è difficile da dare, credo si tratti di una metafora sulla voglia di evadere dalla quotidianità e nulla più, è comunque una commedia in fin dei conti. Sarà che mi aspettavo una mezza ciofeca, sarà che il titolo italiano fa salire in nazismo, per me è una sorpresa che va vista ed è considerabile, almeno per il momento, uno dei film migliori dell’anno.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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