Titolo: J’ai Tué ma Mère
Anno: 2009
Regia: Xavier Dolan
Paese: Canada
Trama: A Hubert Minel, che ha 16 anni, non piace sua madre. Ogni suo dettaglio lo irrita, per non parlare dei suoi ricatti, delle manipolazioni, dei sotterfugi compiuti ad arte per indurre in lui sensi di colpa e altri sentimenti sgradevoli. Confuso e ossessionato dall’ambivalenza dei suoi sentimenti – di giorno in giorno più forti – Hubert attraversa intanto le esperienze tipiche dell’adolescenza: scoperte artistiche, esperienze illecite, grandi amicizie, sesso.
Recensione: Onora il padre e la madre dice Dio, ma il rispetto va ottenuto per diritto divino o conquistato? Io propendo di più per la seconda opzione, come anche Xavier Dolan, anche se in questo film ha una visione leggermente più filosofica e parecchio confusionaria.
Premetto che è il primo film che vedo del giovane regista canadese, ho deciso di iniziare dalla sua prima opera, anche perchè il modo migliore di conoscere un regista è vedere un suo film in parte o completamente autobiografico. In questo caso lo è completamente, visto che non solo la storia è palesemente tratta dalla sua adolescenza, ma interpreta anche il protagonista lui stesso.
Il film parla del rapporto madre/figlio, un rapporto che si sgretola pian piano, a volte cerca di ristabilirsi e poi crolla di nuovo, il tutto contornato dalle prime esperienze omosessuali di Xavier. I dialoghi sono spesso semplici flussi di coscienza, a volte dettati dalle emozioni, altre volte da sostanze stupefacenti, li ho trovati semplicemente sublimi, penso che il francese amplifichi la potenza di questi dialoghi per la sua velocità e groviglio di suoni.
Impossibile non provare empatia per ogni personaggio, si sente quanto sia un film “sentito” e personale. La regia è abbastanza semplice, qualche ripresa documentaristica, una cura dei dettagli maniacale e un uso eccellente dei colori mi hanno decisamente convinto a recuperarmi tutta la filmografia del giovane cineasta.
Adoro questo regista!!
Notevole anche questo, non conoscevo il regista.
perdonatemi, film molto bello e commovente.
conosco e adoro le sottocategorie del cinema horror. Dal mio punto di vista questo è solamente un film drammatico e nulla di più. Certo tratta di problemi di tutti i giorni, adolescenziali e non, ma non ha nulla a che vedere con le sfacettature dell’horror.