Lo Zoo di Venere – Scheda Film

 


Titolo: Lo Zoo di Venere – A Zed and Two Noughts

Anno: 1986

Regia: Peter Greenaway

Paese: Gran Bretagna


Trama: Un incidente, provocato da un cigno che si abbatte sul parabrezza di un’automobile, causa la morte di due donne e il ferimento di Alba, che è costretta a subire l’amputazione di una gamba. L’operazione la finisce un chirurgo-pittore che le amputa anche l’altra perché la donna risulti copia vivente dei suoi stravaganti quadri. L’incidente lascia vedovi due entomologi gemelli ex siamesi che lavorano per uno zoo filmando i tempi e le fasi di disfacilmento di animali morti. I due mutano in passione l’odio nei confronti della sopravvissuta.



Recensione: Oh. Mio. Dio. Come fa a non essere un vero e proprio cult del cinema estremo? Non sarà una compilation di schifo come siamo abituati, ma è sicuramente abbastanza scioccante da essere un progenitore dei nostri amati film estremi.

Oliver e Oswald sono due gemelli zoologi che lavorano in uno zoo e per uno scherzo del destino perdono entrambi la propria moglie in un incidente causato da un cigno. I due fratelli sviluppano un’ossessione per la decomposizione arrivando a riprendere i cadaveri degli animali che marciscono, creando filmati molto sperimentali.

In realtà i personaggi sono tanti e tutti particolari, ognuno ha una sua caratterizzazione molto dettagliata. I più importanti oltre i gemelli (che togliendo l’interesse per la decomposizione sono personaggi abbastanza piatti) sono Venere, Alba e il dottore, ognuno caratterizzato dalla sua storia, i suoi desideri e la sua vita, che si intrecciano con la storia principale, come tante storielle parallele. Venere è una giovane prostituta che gestisce lo zoo e riceve i suoi clienti nelle gabbie degli animali. La conosceremo per tutto il film con il suo nome d’arte, Venere di Milo, niente di meno. Non c’è mai nulla di veramente esplicito, ma ci sono diversi riferimenti velati alla zoofilia, tema principali dei racconti erotici che scrive la donna e che racconta ai suoi clienti. Neanche il sesso vero è mai esplicito, anche se c’è una valanga di nudità.

E poi c’è Alba. Meravigliosa Andréa Ferréol, che mi ricordo con affetto da La Grande Abbuffata, ci delizia ancora una volta con un’interpretazione incredibile. Alba rimane coinvolta nell’incidente che ha ucciso le mogli di Oliver e Oswald, viene anche incolpata dai due, ma è un personaggio talmente pieno di sfaccettature che riesce a sopraffare entrambi, instaurando una relazione a tre. Una volta rimasta a letto senza una gamba continua ad essere una donna completa, una donna affascinante, allo stesso tempo quasi intellettuale. Commenta la sua mutilazione con una frase stupenda: “Nella terra delle donne senza gambe, chi ne possiede una è regina”. Infine il dottore. Completamente pazzo, fissato con Vermeer, che vuole riprodurre il suo quadro preferito utilizzando Alba, convincendola ad amputare anche l’altra gamba. Questo è un personaggio completamente folle, l’unico suo interesse è creare dei veri e propri freaks, lavorando anche sugli animali dello zoo.

Scena finale stupenda, assolutamente memorabile. Questo film è un misto di arte, erotismo e disgusto assolutamente sublime, mai vista una cosa del genere.

 

Pubblicato da Annie

Amante dell'arte, della letteratura e del cinema. Adoro tutti sottogeneri dell'horror, con una spiccata preferenza per i più violenti ed eccessivi, ma difficilmente ne vengo turbata. Sfrutto Jeff quotidianamente per procurarmi la mia dose di horror e lo costringo a vedere cose che darebbero fastidio a qualsiasi essere umano normale. Insofferente a qualsiasi influenza, ho una mia opinione e non ho paura di mostrarla.

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