Titolo: Santa Sangre
Anno: 1989
Regia: Alejandro Jodorowsky
Paese: Messico, Italia
Trama: Traumatizzato da un’infanzia a dir poco truculenta (sua madre ha evirato il padre, che si è ucciso dopo averle strappato le braccia), Fenix viene ricoverato in una clinica nella quale rimane per vent’anni. Riesce a scappare e trova lavoro in un circo, dove insieme alla madre mette in piedi un curioso numero di cabaret in cui lui le presta i propri arti. Intanto, però, massacra giovani fanciulle…
Recensione: Spostiamoci in un’opera surrealista e abbastanza grottesca nata da una collaborazione tra Messico e Italia. Claudio Argento, fratello di Dario, chiese al regista cileno di creare un horror.
Il risultato è un’opera che ha delle parti davvero folli e originali, che sembrano sbucate fuori da una strana opera teatrale, o da un incubo, ma che restano pur sempre legate agli schemi del cinema horror più classico.
Il film si divide in due: una parte ambientata nel passato e una nel presente. Il filo narrativo è abbastanza scorrevole e seppur ci siano alcune scene inizialmente di difficile comprensione, l’ottima regia provvederà a spiegarle in seguito e far apparire il più classico delirio madre/figlio in qualcosa di assolutamente nella norma.
L’unico difetto che trovo significativo è che sia un film invecchiato abbastanza male.
Non so esattamente il motivo, visto che il film è solo dell’89, ma alcune scene è evidente che abbiano perso un po’ di smalto.
Da apprezzare anche soltanto per quella voglia che trasmette Jodorowsky di far cinema, un cinema personale che nasce da una grande passione e che cerca di stupire ogni volta.