Titolo: Seul Contre Tous – I Stand Alone
Anno: 1998
Regia: Gaspar Noé
Paese: Francia
Trama: Uscito di prigione e carico di rabbia, un ex macellaio equino decide vendicarsi contro un mondo alla deriva irrimediabilmente corrotto. Al personaggio dell’uomo si affianca la figlia Cynthia, oggetto di morbose fantasie incestuose, con la quale cerca di ricostruirsi una vita.
Recensione: Primo lungometraggio di Gaspar Noè, tratto dal mediometraggio “Carne” che analizza la vita di merda di un macellaio da cui la vita prende, senza mai dare nulla. Se in Carne si poteva notare un fortissimo pessimismo nel descrivere la vita, da parte del regista, qui è moltiplicato per mille, un mastodontico “mai una gioia”.
Il film inizia riassumendo tutto il prequel in poche immagini, poi riprende da dove si era interrotto, ovvero da quando il nostro deprimente protagonista cerca di cambiare vita, ma era mai possibile riuscirci? Certo che no, la nuova “amata” messa incinta viene presa a pugni nello stomaco dopo un’esplosione d’ira e lui scappa senza sapere dove andare.
La situazione è la peggiore che abbia mai dovuto affrontare, senza soldi, senza lavoro e senza fissa dimora. Più cresce il malessere interiore, più avremo monologhi interminabili che ci faranno entrare completamente nella sua testa malata, accompagnati da stupendi piani sequenza in pieno stile Noè.
La violenza del film è tutta dentro la sua mente, la possiamo immaginare, la potremo addirittura vedere tramite allucinazioni, ed è sempre talmente realistica da farci star male. Nel finale vi è una delle scene più belle e ad alto impatto emotivo del cinema, talmente semplice nella realizzazione, tanto dolorosa. Vi basterà provare un briciolo di empatia per soffrire quanto lui durante i suoi sfoghi. Saprete che quello che dirà è una versione della vita orribile, che nessuno penserebbe mai, eppure tutti lo hanno fatto in certi momenti, quando vorresti abbandonare ogni sofferenza analizzando la morte come unica via di fuga e guardando la vita in modo deprimente e nichilista.
Le riprese sono in generale davvero basilari, quasi tutte inquadrature fisse, pochi piani sequenza, colpa anche del poco budget del regista. Eppure non sembra influire più di tanto, nulla sembra fuori posto, tutto sembra come doveva essere e come era stato programmato e quei pochi piani sequenza che ci sono coprono tutto il resto.
Noè aveva il film in testa da tantissimi anni ed è così che voleva girarlo, molto diverso da un Enter the Void, ma perfetto per questo tipo di dramma psicologico. Splendido.
Recensione approfondita di ShivaProduzioni:
Un film che ho amato immensamente
mi è piaciuto tantissimo questo film drammatico si Gaspar Noé che poi nella vita reale ce ne sono moltissime di persone come il ruolo che ha fatto l’attore in questo film