Titolo: Sweet Movie – Dolcefilm
Anno: 1974
Regia: Dusan Makavejev
Paese: Francia, Canada, Germania
Trama: Nel film si incrociano due storie: la prima segue le strane sorti della vicitrice del concorso Miss Cintura di Castità, la seconda vede un marinaio del Potemkin imbarcarsi sul Survival, una chiatta che risale la senna e ha Marx come polena.
Recensione: Vi sto per presentare un film talmente eccessivo e caotico da essere stato bandito nel Regno Unito. In Italia il doppiaggio venne curato da Dacia Maraini e Pierpaolo Pasolini, due grandi nomi della letteratura e del cinema italiano. Sto parlando proprio di Sweet Movie, film surreale, grottesco, pieno zeppo di simbolismi e critiche alle due più grandi ideologie politiche dell’epoca: capitalismo e comunismo. Infatti nel film vengono presentate due storie: nella prima miss Canada vince un concorso di bellezza e castità, sposa un grottesco e stereotipato milionario americano, ma poi continuerà a passare di mano in mano ad uomini sempre più strani, quasi ripugnanti. La seconda storia invece parla di un giovane operaio che si imbarca su una barca che ha a prua la gigantesca faccia di Karl Marx; su questa nave ci sarà solo una donna, che vive tra i sacchi di zucchero.
È palese che la prima storia voglia criticare la società capitalistica e consumistica, che promette molto, ma non mantiene, dato lo squallore in cui la protagonista si ritroverà a vivere dopo aver vissuto come moglie di un milionario, poi finendo soffocata mentre gira una pubblicità (e sappiamo tutti che la pubblicità è il cuore del consumismo), mentre la seconda critica il comunismo, infatti la donna vive tra lo zucchero per mitigare la cattiveria e l’amarezza della rivoluzione. Ci troviamo davanti un film di enorme spessore, ma inevitabilmente censurato, a causa delle immagini “non adatte” al pubblico, infatti nel film alcuni dialoghi sono in inglese perché non sono mai stati adattati all’italiano. Non aspettatevi una trama lineare, neanche un eccesso fine a se stesso. Per apprezzare al meglio questo film, anzi, quest’opera, bisogna liberarsi da ogni nostro tabù e godersi il suo fascino e la sua tensione, ancora così vivi dopo più di 30 anni dall’uscita.
Recensione approfondita di ShivaProduzioni:
L’audio è fuori sincrono