The Yellow Sea – Scheda Film


Titolo: The Yellow Sea

Anno: 2010

Regia: Na Hong-jin

Paese: Corea del Sud


Trama: Gu-nam non riesce più a sopravvivere con il suo lavoro di tassista, le spese da affrontare aumentano di giorno in giorno e per di più non ha notizie della moglie, partita da un paio di mesi per cercar lavoro in Corea,. Nel tentativo di migliorare la sua posizione economica, l’uomo accetta la proposta che gli viene da Mun-ga, un assassino. Insieme organizzano un omicidio di cui Gu-nam sarà l’esecutore e che lo metterà in seri guai.


Recensione: Se mi chiedessero quale paese reputo il migliore in assoluto attualmente in materia di cinema nominerei la Corea del Sud senza alcun dubbio. Non mi viene in mente neanche un film coreano che a fine visione mi abbia lasciato l’amaro in bocca o una minima sensazione di aver sprecato il mio tempo. Certamente sarà pieno, nel vastissimo panorama cinematografico, di pellicole che non meritano, ma grazie ad un briciolo di intuito è praticamente assicurato andare a buon segno, come anche in questo caso d’altronde. Piccola riflessione/premessa che c’entra ben poco, però quando esiste qualcosa di così sottovalutato la tua parte devi pur farla, dunque sia lodata la Corea e partiamo con l’analisi.

Ci troviamo in Cina, più precisamente a Yanji, dove a quanto pare l’immigrazione in Corea è parecchio elevata. Lì vive Gu-nam, tassista di giorno e giocatore d’azzardo di notte. Dopo aver accumulato un grosso debito decide di accettare un incarico che riguarda l’uccidere un uomo in Corea, dove inoltre si trova la moglie dalla quale non riceve più notizie da tempo e ovviamente dovrà andarci illegalmente. Il doppio compito non si rivela affatto facile, ben presto i piani si complicheranno a non finire.

Thriller magistrale, il ritmo pacato iniziale si trasforma completamente nella seconda metà, in cui vediamo inseguimenti infiniti che rendono la pellicola più vicina al genere puro d’azione. Le riprese sono perfette, tolgono il fiato, ti immergono a capofitto nella storia e soprattutto fanno provare una forte empatia verso ogni cosa che accade al protagonista. Il realismo regna sovrano, la sceneggiatura è curata nei minimi dettagli, le esagerazioni sono ben dosate, il velo della finzione si fonde con la realtà anche durante le immancabili scene esagerate di violenza. Una violenza nuda e cruda, per nulla raffinata, che colpisce per la sua intensità.

Non può esistere persona al mondo che dopo aver visto una simile opera la giudichi negativamente, è oggettivamente un ottimo prodotto ben diretto, ben montato e ben studiato. Certo, magari la trama potrebbe non colpirvi particolarmente, o potrete, giustamente, pensare che non sia nulla di mai visto prima. Effettivamente l’originalità non è un pregio in questo caso, abbiamo lo stesso tipo di violenza, scene d’azione e tipologia di vendetta da compiere già vista in molti altri drammoni coreani, ma se la formula funziona, perché modificarla? Personalmente non riuscirei mai a stancare di guardarli. Se invece non siete avvezzi al cinema coreano… beh, non sapete cosa vi state perdendo e dovete al più presto scoprirlo, questo “The Yellow Sea” è un ottimo punto di partenza.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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