Titolo: Old Boy
Anno: 2003
Regia: Park Chan-wook
Paese: Corea del Sud
Trama: Un ventenne viene rapito e rinchiuso in una stanza da malavitosi assoldati da uno sconosciuto cliente. Quando finalmente esce, dopo quindici anni, l’uomo si mette sulle tracce del mandante.
Recensione: Film di rara bellezza, sicuramente tra i miei preferiti in assoluto.
Vincitore di numerosi premi e amato da Tarantino come ha dichiarato in molte interviste è impossibile non conoscerlo. Se non lo avete mai visto o sentito nominare, futile anche dirlo, correte a rimediare.
Il film fa parte della trilogia di vendetta, è precisamente il secondo capitolo, ma avendo storie separate l’ordine dei film è soltanto temporale.
La storia è tratta da un manga, che però è stata stravolta e resa molto più personale. Può essere considerato vagamente simile al già recensito “I Saw the Devil” per i temi trattati e ovviamente alla nazionalità, però a parer mio qui siamo ad un altro livello, senza nulla togliere al comunque validissimo film del 2010.
Park Chan-wook è un regista incredibile, ogni scena d’azione è rappresentata in modo esemplare, con coreografie mozzafiato palesemente da manga e piani sequenza indimenticabili. Roba che nemmeno l’Alzheimer può far nulla.
Il fattore psicologico è anch’esso un pilastro della pellicola, non poteva mancare una solida violenza emotiva in un film che parla di vendetta e ce n’è a palate. La cura dei dettagli, situazioni che cambiano continuamente e ragionamenti da dover fare per tener passo allo svolgimento della trama lo rendono un film che non può annoiare. Alcune scene sono abbastanza lente ma comunque di grande effetto e andrebbe visionato per vari motivi più di una volta.
Scene malate di una rara bellezza, situazioni fumettose al limite del possibile, caratterizzazione dei personaggi potente, una trama favolosa… non so davvero come non si possa definire capolavoro questo lungometraggio coreano.