Titolo: Rampo Noir
Anno: 2005
Regia: Akio Jissoji, Atsushi Kaneko, Hisayasu Satō, Suguru Takeuchi
Paese: Giappone
Trama: Antologia formata da quattro episodi, horror e surreali, tratti dai racconti di Edogawa Rampo.
Recensione: Rampo Noir è un film “””particolare”””, un’antologia che si ispira ai racconti dell’Edgar Allan Poe giapponese, o almeno così si legge su internet. “Particolare” non è la parola esatta per definirlo, è bizzarro, grottesco e marcio, ogni episodio diventa sempre più folle e strano, cominciando da un corto breve e senza audio, che rappresenta un moderno narciso che si specchia in uno stagno dopo una furiosa lotta.
Nel secondo episodio, più thriller che horror, di nuovo il riflesso è la chiave di tutta la vicenda e il protagonista è un costruttore di specchi, forse è il più normale dell’antologia, ma forse il più profondo, nel film viene citata una poesia: “La vita è ciò che si riflette in uno specchio. Non è reale nè irreale, semplicemente è.”
Il terzo episodio è davvero il più marcio e malato dell’antologia (anche il migliore secondo il mio parere), dove vediamo un uomo privato dei propri arti e della propria dignità di essere umano, costretto a vivere in condizioni pietose, in balia della propria moglie. Non a caso il regista è quello di Naked Blood, quindi non ci poteva aspettare nulla di meno. Di nuovo sarà uno specchio la chiave di tutto, solo attraverso un frammento dello specchio l’uomo si rende conto fino in fondo della miseria in cui vive e delle sue mutilazioni.
Il quarto non saprei neanche come descriverlo, sono rimasta davvero sconcertata, leggendo il titolo mi aspettavo una cosa completamente diversa. La fotografia è curata quasi in modo maniacale, ho adorato alcune scene, sono davvero arte.
Lo consiglio davvero tanto, ma è impossibile parlare di un film del genere in maniera troppo approfondita, dovete vederlo con i vostri occhi.