The Wailing – Scheda Film

goksung


Titolo: The Wailing – Goksung

Anno: 2016

Regia: Hong-jin Na

Paese: Corea del Sud


Trama: Un giapponese arriva in un piccolo villaggio coreano e scoppia una misteriosa malattia. Un poliziotto del luogo cercherà di risolvere il mistero per salvare sua figlia e sospettando che lo straniero sia la causa della malattia si rivolgerà ad uno sciamano.



Recensione: Tra i film coreani più belli mai visti? Assolutamente.
Verrà sottovalutato dal pubblico mainstream? Assolutamente.
Insieme ad I Saw the Devil e Oldboy ci aggiungo questo per completare il podio made in Corea.
Tutti film, compreso questo, che in un modo o nell’altro analizzano in modo diverso la vendetta e il suo compimento, in questo caso affrontando il sovrannaturale e la superstizione.
Quindi vi consiglio già ad inizio recensione di recuperarlo immediatamente, dopo potrete finire di leggere con calma e dirmi se siete d’accordo ed esprimere le eventuali critiche, ma ne vale la pena. Per tutti gli altri comunque non farò spoiler, quindi possiamo passare all’analisi vera e propria.

In questa pellicola si mischiano tantissimi elementi, come se fosse un’enciclopedia sul genere horror che ruba da un po’ tutti i generi cinematografici. Primo fra tutti il thriller.
Vi giuro che leggendo la trama non sembra, ma in questo film nulla è scontato, la sua comprensione è difficile quanto quella di Inception per fare il primo stupido esempio che mi viene in mente, penso che esistano tantissime analisi e teorie sul finale.
A fine visione un giretto su Google sarà obbligatorio.
Se ha un difetto questo film è proprio quello di non dare una soluzione precisa, i mille indizi e la scarsa comprensione delle scene finali fanno leggermente innervosire, soprattutto perchè si nota tantissimo il fatto che sia voluto e avrei preferito magari un chiaro colpo di scena, ma allo stesso tempo affascina terribilmente fare ipotesi e riflettere su ogni particolare.

Altro sottogenere presente è la commedia, molto nera ovviamente, qualche risata la strappa soprattutto nella parte iniziale, si mescola alla perfezione con il dramma della storia e alla recitazione del protagonista e inoltre alleggerisce la durata elevata.
Poi ovviamente i riferimenti all’horror classico sono tantissimi, il regista si è ispirato tanto all’horror orientale che a quello occidentale, abbiamo possessioni (da brividi per come sono state messe in scena), riti oscuri, demoni giapponesi e chi più ne ha più ne metta.
Rappresenta un’innovazione per il modo in cui è presentato il tutto e al fatto che dopo 2 ore e mezza di pellicola ci si accorga di non aver mai avuto un reale attimo di tregua.
Non perdo tempo nemmeno a parlarne della favolosa regia, o dei colori fantastici, che accompagnano alla perfezione le scene nella foresta ad esempio…
Anche la sceneggiatura è buonissima, tanto da poter competere con una grossa produzione americana senza problemi.

Non fatevi spaventare dalla durata, la visione sarà ricompensata, anche per chi magari non è abituato al cinema orientale. Un film per tutti e di qualità, sicuramente tra i migliori di quest’anno, lo definirei “l’Esorcista orientale” che consacra a tutti gli effetti il cinema horror di questo paese e che non smette, per fortuna, mai di stupire.

Pubblicato da Jeff

Creatore del sito, amante del genere horror da numerosi anni, considero il genere molto più esteso rispetto a fantasmi e budella, come potrete notare nei film che posto. Guardo di tutto ma amo in particolar modo il cinema indipendente ed underground. Ho un feticismo estremo per il trash, soprattutto per quello giapponese.

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